PROSEGUE IL PERCORSO VERSO LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE EMAS

Un altro step verso l’ambita certificazione Emas per il Porto di Trieste. Questo pomeriggio nella Torre del Lloyd terminalisti e imprese di servizi di interesse generale portuale si sono confrontate con i tecnici della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile per i fissare le tappe di un percorso che si concluderà nel 2014 con la richiesta della certificazione.

<Per uscire dalla crisi è necessario – ha detto in apertura di incontro il presidente dell’Autorità Portuale, Marina Monassi – innovare profondamente l’attuale modello economico verso una maggiore qualità dei prodotti e dei servizi. Prodotti e servizi che devono considerare il contesto sociale di riferimento, rafforzando la sostenibilità ambientale. Avviando il percorso che conduce all’Emas – ha concluso Monassi – proprio nel triennio che ci vede crescere del 60% nel traffico contenitori, del 110% in quello crocieristico, di quasi il 20% negli oli combustibili, stiamo dimostrando quanto crediamo in una crescita rispettosa dell’ambiente, guardando con i fatti e non solo a parole alla green economy. Una green economy intesa quale economia in grado di promuovere benessere economico, sociale e individuale nel quadro dello sviluppo sostenibile>.

L’Apt è convinta che il futuro del Porto di Trieste e del suo territorio si gioca sul terreno della qualità e della sostenibilità in sintonia con le più avanzate politiche e indicazioni elaborate in sede europea e internazionale. La scelta di dotarsi di un sistema di gestione ambientale per arrivare alla certificazione Emas dà il senso della scelta dell’Apt di rendere più sostenibili le attività portuali dal punto di vista dell’impatto sulla salute e sull’ambiente.

<Fondamentale – ha riferito Anna Pacilli, della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile – per questo sistema di gestione ambientale è il tema del rapporto con i diversi stakeholder e il coinvolgimento dei terminalisti e degli operatori portuali con anche meccanismi premiali>.

L’Apt nel promuovere questa cultura ambientale ha già cominciato a coinvolgere nella pratica i propri uffici con incontri formativi, mentre con oggi lo stesso percorso formativo si è iniziato anche con i terminalisti, i concessionari, i fornitori ecc.

Tutta questa azione si sposa perfettamente con la Direttiva dell’Unione Europea che prevede che nel 2050 il traffico dovrà essere trasferito per il 50% su rotaia.

<Una percentuale importante – ha commentato Marina Monassi – a cui puntiamo con determinazione anche perchè già ad oggi siamo al 34% relativamente alla movimentazione dei traffici su ferrovia>.

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